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Vite da libri
Quasi tutti pensano che il libro sia un essere inanimato che, una volta letto, se ne debba stare buono buono nello scaffale di una libreria a farsi sotterrare dalla polvere, a subire silenziosamente l’attacco degli acari, a temere per l’arrivo di qualche ristampa, che ne provocherebbe il suicidio quasi certo. Invece ci vuole poco perché un libro prenda vita, una volta letto: basta metterlo su un rotolo di carta igienica, per esempio, oppure infilarlo dentro la tasca di un accappatoio, o ancora metterlo su una bilancia a guardare la televisione. Piccoli gesti, semplici cambi di prospettiva che squarciano esistenze fatte di inchiostro e cellulosa, regalando nuove vite a chi pensava di averle già perse tutte. Vite da libri, ovviamente.Occhio al Tag
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Vite da libri 
uau..il blog, le foto, i libri, tutto… Mi piace tutto!! Bravo!
un bellissimo lavoro, originale, interessante e divertente.
Anche le foto un tocco d’autore.
Bravo! aspetto la prossima chicca!
Ho scoperto questo blog qualche giorno fa, lo trovo bellissimo, profondo e persino rilassante: vedere i libri prendere vita li rende più vicini a chi li ha già amati leggendoli. Complimenti!
Lo promuoverei fotografo ufficiale di Gran Garabagna!
Ho preso a prestito una vostra foto, citando la fonte.
Se non siete d’accordo, contattatemi: la levo subito
e comunque, inerisco il link del vostro blog sul mio per tenervi d’occhio.
un bel lavoro!
vado a segnalare questo blog ad una mia vecchia conoscenza fatta “per blog” che apprezzerà sicuramente, e io segnalo il suo, sicura, di far cosa gradita (chi ama giocare e leggere, e sa fondere le due cose , con un’ aggiunta “d’immagine”, beh, merita tutta la mia stima):
http://photoromans.wordpress.com/
Be’, che dire?… Qui occorre un gemellaggio! Ringrazio zia Cassie per la segnalazione e per avermi permesso di scoprire che qualcun’altro ama giocare a stupire tanto quanto me. Chapeau, randa.
Originale, idea simpatica!
Grazie Tullio, dei complimenti e del passaggio.
Ciao
Randa
Molto originale! Complimenti!!!
Una bellissima idea. Nell’era del digitale, ha un sapore commovente. Chissà perché, mi è venuto in mente 1984 di Orwell… Forse perché nella sua opera e nelle tue foto si respira lo stesso amore.
Grazie mille per i complimenti, per il passaggio e per l’arditezza del parallelo con Orwell.