Quasi tutti pensano che il libro sia un essere inanimato che, una volta letto, se ne debba stare buono buono nello scaffale di una libreria a farsi sotterrare dalla polvere, a subire silenziosamente l’attacco degli acari, a temere per l’arrivo di qualche ristampa, che ne provocherebbe il suicidio quasi certo. Invece ci vuole poco perché un libro prenda vita, una volta letto: basta metterlo su un rotolo di carta igienica, per esempio, oppure infilarlo dentro la tasca di un accappatoio, o ancora metterlo su una bilancia a guardare la televisione. Piccoli gesti, semplici cambi di prospettiva che squarciano esistenze fatte di inchiostro e cellulosa, regalando nuove vite a chi pensava di averle già perse tutte. Vite da libri, ovviamente.
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Sono un ignorante: il refuso qual è? Bufano non è nuovo? Non è un maestro? Non è argentino? Il suo genere non è il noir?
Ah no, mi rispondo da solo: “Il” è metà maiuscolo e metà minuscolo 🙂
Eh, sì. Ce n’è anche uno nel prezzo (!), ma ho preferito non mostrarlo…